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mercoledì 13 maggio 2015

Il mio primo triathlon, ovvero: "trii is megl che uan"






Da piccolo ero affascinato dagli anfibi, che possono nuotare, camminare, saltare, addirittura in due diverse fasi della vita possiedono branchie e in seguito i polmoni. Più tardi ho studiato il funzionamento di un hovercraft, un mezzo che viaggia in acqua e sulla terra, a tratti anche un po' sospeso dalla terra. Gli adattamenti alle varie fasi della vita, non sempre benevola nei nostri confronti e comunque quasi sempre degna di essere vissuta, richiedono varie attitudini: elasticità, apertura mentale, adattamento a situazioni multifattoriali. Sarà per questo che mi è piaciuto partecipare sabato scorso ad una gara di triathlon a Portovenere. Mi è piaciuto nuotare in mare, ogni tanto tirando fuori la testa dall'acqua per tenere la direzione verso il traguardo, uscire e cominciare a pedalare, e poi correre... Durante gli ultimi due chilometri della frazione di corsa non ce la facevo più, ma mi piace pensare al fatto che c'ero anch'io, che potevo galleggiare, guidare un mezzo a due ruote, usare le mie braccia e le mie gambe. Insomma, per quanto problematico e faticoso, il triathlon mi ha dato una piccola sicurezza in più: quella di potermi spostare in modo polivalente contando solo sulle mie forze. In un'ora e ventisette ( che non è niente di speciale) ho attraversato mari, colline e strade. E poter dire: wow! ci sono anch'io in questo mare, in questa terra!

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