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sabato 2 maggio 2015

Il profumo della città

Ieri stavo percorrendo in bici alcune vie del centro di Lucca, e sono stato investito da una serie di profumi.
Il profumo del pane e della focaccia appena sfornata, in via Santa Lucia,
e poi arrivato in via San Paolino, ho potuto sentire
l'odore di una zuppa toscana in preparazione,
di cornetti caldi,
del mastice e del cuoio di un calzolaio,
di altro pane caldo,
della macinazione del caffè.
L'odore acre di una copisteria,
l'inchiostro fresco di un giornale arrivato da poco,
il dolce amaro proveniente da una cioccolateria,
il legno frammisto a carta di una vecchia libreria,
il sapone di Marsiglia che una commessa usa per pulire la soglia del suo negozio di abbigliamento.
Ho sentito l'odore del lavoro,
dell'impegno quotidiano,
della necessità di reinventarsi tutto giorno dopo giorno.

Tanti anni fa siamo stati attratti dalle sirene del risparmio e della praticità dei centri commerciali, ci siamo cascati tutti. Dopo aver eliminato o fiaccato la concorrenza, la grande distribuzione regola e detta legge sui prezzi. Impone le nostre abitudini con i falsi sconti, sa cosa vogliamo e sa cosa farci desiderare, in base a precise regole di marketing.
E inoltre: in un centro commerciale, io non sento profumi.

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